martedì 27 marzo 2012

A proposito di #NonVotoPiù


"La camorra gestisce migliaia e migliaia di voti. Più la gente si allontana dalla politica, più sente che sono tutti uguali e tutti incapaci[,] più noi riusciamo a comprare voti.” Così si esprime Maurizio Prestieri, boss pentito di Secondigliano, intervistato da Roberto Saviano su “La Repubblica” del 10/02/2011 (L'articolo integrale si può leggere sul sito di "Repubblica": La camorra nelle urne I boss padroni del voto. Il luogo comune che i politici siano tutti uguali, tutti dediti solamente ai propri interessi e non al bene comune, è molto diffuso, ma è, appunto, un luogo comune, per giunta, come afferma Prestieri, utile proprio a chi di mestiere fa il criminale, perché gli permette con più facilità di comprare i voti che servono per mandare nei centri di decisione politica i propri uomini.
Tirarsi indietro, lasciare perdere, non votarli (chi? Tutti: sono tutti uguali!) perché “tanto non serve a niente” è del tutto inutile: le elezioni non prevedono un quorum minimo di votanti. Se, per assurdo, la maggioranza dei votanti non si recasse alle urne, se gli astenuti fossero più dei votanti, addirittura molti di più, i risultati delle elezioni sarebbero comunque pienamente validi: i cittadini non votanti non avrebbero nessuno strumento legale per rendere nulle le elezioni, semplicemente ci sarebbe un parlamento eletto da una minoranza e, come afferma Prestieri, maggiormente a rischio di infiltrazioni da parte delle organizzazioni criminali.
Ma i boss della criminalità organizzata, in genere, hanno una mentalità utilitaristica e difficilmente si darebbero da fare per comprare cose inutili. Evidentemente i voti, per loro, sono utili, risultano essere un investimento: su cosa investono?
Investono sul potere. Cioè sulla possibilità che le decisioni che vengono prese in ambito politico siano a loro favorevoli o, perlomeno, non sfavorevoli: quando eleggiamo qualcuno questo parteciperà a scelte, agevolandole o contrastandole, che ci riguardano, o, meglio, che riguardano i cittadini che hanno eletto l'organo rappresentativo di cui farà parte. Potrebbe essere il consiglio comunale, oppure provinciale, oppure un ambito più ristretto come un quartiere, oppure molto più grande, come il parlamento nazionale o quello europeo. Però quell'organo rappresentativo poi, una volta formato, decide, e decide anche per chi non l'ha votato.
Siamo proprio sicuri che sia una buona idea che tutti questi centri di decisione si creino senza il nostro intervento, seppur minimo come appoggiare un partito o un candidato? Ci sarebbe una società migliore, più giusta, più equa, se queste scelte le lasciassimo ad una minoranza, magari a quella minoranza di persone per cui la politica sono solo affari e che non solo vota, ma si adopera perché anche altri votino secondo le sue indicazioni, minoranza a cui il tuo non voto fa molto comodo?
Perché fa comodo il tuo non voto? Semplice: non costituisce un ostacolo (non voti per loro, ma non voti neanche contro di loro), rafforza la posizione di chi si astiene, e quindi fa diminuire il prezzo dei voti. Se molti non votano l'abbondanza di votanti da comprare ne fa diminuire il costo. E' una semplice legge economica: se molte persone ripetono il luogo comune che il voto non conta nulla e se queste persone aumentano, anche grazie alla persuasione reciproca che si crea quando un luogo comune viene continuamente ripetuto, il bacino delle persone disposte a vendere il proprio suffragio aumenta, perlomeno in linea teorica. Se pensi veramente che il tuo voto non serva a nulla, e la tua convinzione è rafforzata dal fatto che tutti dicono così, per quale motivo non guadagnarci, vendendolo al miglior offerente? E' un ragionamento che molti possono aver fatto spontaneamente o dietro interessato suggerimento e la sostanza economica risultante è che maggiore è il numero di non votanti, minore è il costo di acquisto di un singolo voto: è la cosiddetta legge della domanda e dell'offerta applicata a quella pratica illegale, ma purtroppo diffusa, che è il mercato dei voti. Portando la cosa al paradosso e supponendo di voler vendere il proprio voto al miglior offerente, conviene che il maggior numero di persone votino, così il proprio voto varrà di più sul mercato (illegale) del voto.
Al di là dei paradossi e delle questioni economiche, il non voto è, quando va bene, completamente inutile, altrimenti dannoso per chi lo faccia pensando in questo modo di protestare contro un sistema che ritenga sbagliato: rafforza quelli che si vorrebbero combattere, a qualsiasi schieramento appartengano, che potrebbero essere combattuti solo facendo aumentare i voti dei loro avversari: le liste elettorali si possono anche creare, non solo votare.