lunedì 21 maggio 2012

Se fossi stato Bersani


Questo post nasce da una interazione su Twitter a proposito dei risultati elettorali e della conferenza stampa di Bersani. Di fatto è per un solo lettore, speriamo che almeno lui lo legga :-)
Se fossi stato Bersani e avessi dovuto commentare i risultati dei ballottaggi avrei detto più o meno  questo, magari sorridendo e non ringhiando come ha fatto lui durante la conferenza stampa:
"Cari cittadini, come vedete dal mio grafico, abbiamo vinto in molti comuni, conquistandone anche parecchi che non avevamo prima. Questo ci dà una grande responsabilità perché ci rendiamo conto che nello sfarinamento del sistema dei partiti della seconda repubblica noi sembriamo tenere. Detto questo, però, non possiamo nasconderci dietro ad un dito.
La vittoria politica del Movimento 5 Stelle è un dato incontestabile e ci pone un serio problema di rinnovamento sia del nostro programma, sia dei nostri dirigenti: è evidente che se dei ragazzi alla prima esperienza politica riescono a vincere in una città importante come Parma e a ottenere risultati lusinghieri praticamente in tutti i comuni in cui si sono presentati, questo non può essere sottovalutato.
Il mio ruolo di segretario, adesso, sarà quello di traghettare il nostro partito verso il rinnovamento che, naturalmente avverrà anche attraverso le primarie, alle quali ovviamente non mi presenterò per permettere ad una nuova leva di dirigenti di emergere senza l'ostacolo che io e gli altri del gruppo dirigente storico del Pd forse rappresentiamo. Vorrei che questo potesse avvenire anche nel paese, nelle sezioni periferiche perché mi rendo conto che il rapporto che abbiamo con i cittadini si sta sfilacciando e adesso è venuto il momento di ricucirlo. So che non sarà facile, ma non siamo certo qui a pettinare le bambole."

Ecco questo mi sarebbe sembrato un ottimo inizio e avrebbe pure fatto il botto e forse avrebbe anche oscurato la vittoria di quelli che nel tuo partito continuano a chiamare "grillini".


É cominciata la terza repubblica?


Con le vittorie nei comuni di Parma, Comacchio e Mira il Movimento 5 Stelle ha raggiunto un ottimo risultato, forse addirittura al di là delle aspettative. Finalmente si potranno vedere all'opera, nel governo dei comuni conquistati, e si riuscirà a capire se sono una bolla di sapone oppure un reale cambiamento come molti, me compreso, sperano.
Per molti, sempre me compreso, risulta un po' strano l'atteggiamento di apparente trionfo dei dirigenti del PD che parlano di “vittorie storiche”. Ecco il testo di una notizia Ansa che riprende le dichiarazioni del sito del PD sui ballottaggi: «Il Pd e il centrosinistra ''hanno vinto ovunque''. Lo dice il responsabile Enti Locali Pd Davide Zoggia che parla di ''vittoria storica a Monza, a Como, oltre a Genova, Piacenza, Alessandria, Lucca'' pur ammettendo il vantaggio di Pizzarotti a Parma dove ''il centrodestra, dopo 15 anni di suo malgoverno ha appoggiato'' il grillino.” »
Il grafico di Bersani; 95 sono i comuni in cui ha vinto il PD
Oppure Stefano Di Traglia, responsabile Comunicazione: «Il Pd e il centrosinistra hanno vinto le elezioni amministrative 2012. Se avessimo vinto anche Parma, le avremmo stravinte. Ora prepariamoci a farlo in Italia, che il lavoro da fare sarà lungo e difficile». 
Bersani, sventolando un grafico a barre con fare aggressivo, afferma che la vittoria è stata del suo partito “senza se e senza ma” e così il quadro delle dichiarazioni di trionfo è completo.
A parte l'interessante, e rivelatrice, spia linguistica di quel “vincere Parma”, invece di “vincere a Parma” che rivela un'idea di appropriazione che fa venire un po' i brividi perché manifesta una concezione della politica molto lontana dall'idea di essere al servizio dei cittadini, sembra che la vittoria dei “grillini”, come dicono sprezzantemente in quegli ambienti, non ponga nessun problema di cambiamento generale per la politica e i partiti, e in primo luogo per il PD.
E questo problema è, a partire dalle elezioni amministrative dell'anno scorso a Milano e a Napoli e dai referendum sempre del 2011, quello della democrazia interna e del peso, nullo, che hanno le istanze dei cittadini all'interno dei partiti, PD compreso: che possibilità avrebbero avuto, i ragazzi del Movimento 5 Stelle se, invece di fare le loro liste, si fossero presentati nelle sedi locali del PD e avessero detto che avevano delle idee per le prossime elezioni amministrative? Nessuna, zero, al massimo sarebbero stati usati per portare voti.
Se i dirigenti del PD pensano veramente di avere vinto le elezioni e che questa sia la prova che non ci sia niente da cambiare, se si chiuderanno a riccio in una deriva burocratica e politicista, tutta alleanze con altri partiti e difesa dell'esistente, allora saranno destinati al tramonto: non c'è più Berlusconi, con il suo orrore, a fare loro da paradossale stampella. Se invece vogliono rimettersi completamente in discussione e lasciare finalmente spazio ai cittadini e ad una nuova classe dirigente e soprattutto ad un programma che non sia l'ennesima riproposizione del neoliberismo che è anche la base di questo governo, allora il fatto di non aver perso le elezioni amministrative del 2012 può essere una buona base di partenza per arrivare alla terza repubblica, che, se ci sarà, sarà la repubblica dei cittadini, non la repubblica dei partiti. 
Intanto auguri, soprattutto ai sindaci del Movimento 5 Stelle, perché, loro, forse, sono l'inizio del cambiamento.

mercoledì 16 maggio 2012

Perché ai ballottaggi voterei per i candidati del Movimento 5 stelle

In qualsiasi comune in cui c'è un ballottaggio tra un candidato del Movimento 5 Stelle e un altro, di qualsiasi altro schieramento, io non avrei dubbi e voterei per il primo. Quindi voterei per Pizzarotti a Parma, per Fabbri a Comacchio, per Giacon a Budrio, per Maniero a Mira, per Afker a Garbagnate. Questo perché, al di là del valore dei singoli candidati e degli schieramenti che li appoggiano, ritengo che un successo ampio del movimento di Beppe Grillo in questo momento possa avere effetti positivi su tutto il sistema politico italiano, in particolare sui partiti del centrosinistra, che languono da anni senza la capacità di rinnovarsi in maniera radicale e, soprattutto, avendo perso il contatto con coloro che dovrebbero rappresentare. No, non ho paura del fatto che il centrodestra dia, più o meno velatamente, indicazioni di voto per i candidati del Movimento 5 Stelle (contenti loro!), né del fatto che questo movimento non sembra avere una particolare attenzione ad alcuni valori che sono tipici della tradizione della sinistra e che sono così ben rappresentati, in questi giorni, dalla trasmissione di Fazio e Saviano, Quello che (non) ho, su LA7. Non perché non ritenga questi valori importanti, anzi, proprio per il motivo contrario, proprio perché li ritengo straordinariamente importanti, sono stufo di vederli utilizzati come una bandiera ideologica per avere consenso (tecnicamente questa operazione si chiamerebbe “demagogia”: esattamente quello che stigmatizzano nel M5S) da chi li afferma in teoria e in pratica li calpesta o è talmente incapace (io sono ingenuo e quindi spero che sia soprattutto incapacità) da non riuscire mai a realizzarli. La mia speranza è che un ampio successo del movimento costringa anche il centrosinistra ad un radicale rinnovamento e che si possa giudicare l'azione dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle dal lavoro che riusciranno a fare, più o meno bene, dove riusciranno ad amministrare e non dalle sparate, più o meno infelici, del loro “portavoce”. 
In ogni caso in bocca al lupo!