domenica 4 settembre 2011

I referendum contro la legge elettorale


E' in corso la raccolta delle firme per due referendum abrogativi della pessima legge elettorale in vigore. E' possibile firmare presso il proprio comune di residenza o ai banchetti del comitato promotore (http://comitato.referendumelettorale.org/). A questo indirizzo è possibile vedere una mappa che dà indicazioni pratiche, come orari e sedi, in proposito: http://comitato.referendumelettorale.org/?page_id=104. Io ho firmato e consiglio di farlo anche abbastanza in fretta perché la scadenza è la fine del mese di settembre.
L'attuale legge elettorale risale al 2005 ed è la manifestazione più pura di quella che, in questo periodo, viene chiamata “casta”. L'elemento che più esprime questo caratteristica è il fatto che si vota su lista bloccata. Cosa significa? Significa che l'elettore non può indicare la propria preferenza sul candidato ma può solo votare il partito. Sulla base dei suffragi ottenuti da esso andranno in parlamento i candidati in ordine di inserimento nella lista. In pratica le segreterie dei vari partiti decidono a priori, sulla base dei sondaggi svolti a ridosso delle elezioni, chi saranno i propri parlamentari: se i dirigenti del partito Libero furto in libero stato (ogni allusione è voluta :-)), in base alla propria forza elettorale, presumono di poter eleggere 10 deputati, mettono le dieci, dodici per sicurezza, persone di loro fiducia, cioè ladri notoriamente molto destri e fedeli al capo, e hanno la certezza che quelli saranno i loro rappresentanti in Parlamento. Poi, magari, nelle successive posizioni della lista, possono aggiungere personalità assolutamente specchiate e oneste, per fare un po' di propaganda, tanto questi non saranno mai eletti.
Appare ovvio che, in questo modo, il potere delle segreterie dei partiti, tutti senza distinzione tra maggioranza e opposizione, è il massimo possibile rispetto a quello dei cittadini e anche rispetto agli stessi deputati eletti, per i quali non è più neanche necessario arrivare all'esclusione dalle liste in caso di scarsa fedeltà, basta retrocederli di alcuni posti nella futura lista elettorale e non saranno più rieletti: è il trionfo della partitocrazia.
A parte il macroscopico scippo ai danni degli elettori, questa legge ha anche altri difetti, in particolare i meccanismi di attribuzione dei premi di maggioranza che sono diversi tra camera e senato e che possono rendere difficile la formazione di una maggioranza di governo, favorendone così l'instabilità.
Il suo principale estensore, il disonorevole Calderoli, l'ha definita una “porcata” in un'intervista data a Enrico Mentana. Grazie a Berlusfan, che l'ha messo su YouTube, possiamo vedere il momento in cui esprime l'ineffabile giudizio sulle sue capacità di legislatore:

Questo è un trafiletto della Stampa di Torino che dà conto dell'episodio: CALDEROLIA «MATRIX» «La mia legge elettorale e' unaporcata».
Quello che Calderoli non dice in quell'intervista, e che invece sottolineano i commentatori, per esempio Giannini, è che la legge fu fatta soprattutto per mettere in difficoltà il futuro governo di centrosinistra che si immaginava ci sarebbe stato (e che infatti ci fu), a causa del vistoso calo di consensi che il governo Berlusconi in carica aveva all'epoca. Per questi motivi questa legge è universalmente chiamata “Porcellum”.
I referendum abrogativi riporterebbero la situazione al momento precedente l'introduzione del Porcellum, cioè alla legge Mattarella, che era stata in vigore nelle precedenti elezioni politiche, dal 1994 al 2001. Non fu una legge esente da difetti, tant'è vero che aveva anch'essa un nomignolo, “Mattarellum”, perché introduceva una quota proporzionale che venne vista all'epoca come un tradimento delle speranze di chi voleva diminuire il potere della DC, partito di Mattarella, che prosperava all'interno del sistema proporzionale.
In ogni caso la legge precedente è sicuramente meglio di quella attuale e non è escluso che, sotto la spinta dei referendum, il parlamento ne possa scrivere una migliore (sono un inguaribile ottimista!).
Se volete diminuire il potere della partitocrazia, andate a firmare, per favore.

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