E' in corso la raccolta delle firme per
due referendum abrogativi della pessima legge elettorale in vigore.
E' possibile firmare presso il proprio comune di residenza o ai
banchetti del comitato promotore
(http://comitato.referendumelettorale.org/).
A questo indirizzo è possibile vedere una mappa che dà indicazioni
pratiche, come orari e sedi, in proposito:
http://comitato.referendumelettorale.org/?page_id=104.
Io ho firmato e consiglio di farlo anche abbastanza in fretta perché
la scadenza è la fine del mese di settembre.
L'attuale legge elettorale risale al
2005 ed è la manifestazione più pura di quella che, in questo
periodo, viene chiamata “casta”. L'elemento che più esprime
questo caratteristica è il fatto che si vota su lista bloccata. Cosa
significa? Significa che l'elettore non può indicare la propria
preferenza sul candidato ma può solo votare il partito. Sulla base
dei suffragi ottenuti da esso andranno in parlamento i candidati in
ordine di inserimento nella lista. In pratica le segreterie dei vari
partiti decidono a priori, sulla base dei sondaggi svolti a ridosso
delle elezioni, chi saranno i propri parlamentari: se i dirigenti
del partito Libero furto in libero stato (ogni allusione è
voluta :-)), in base alla propria forza elettorale, presumono di
poter eleggere 10 deputati, mettono le dieci, dodici per sicurezza,
persone di loro fiducia, cioè ladri notoriamente molto destri e
fedeli al capo, e hanno la certezza che quelli saranno i loro
rappresentanti in Parlamento. Poi, magari, nelle successive posizioni
della lista, possono aggiungere personalità assolutamente specchiate
e oneste, per fare un po' di propaganda, tanto questi non saranno mai
eletti.
Appare ovvio che, in questo modo, il
potere delle segreterie dei partiti, tutti senza distinzione tra
maggioranza e opposizione, è il massimo possibile rispetto a quello
dei cittadini e anche rispetto agli stessi deputati eletti, per i
quali non è più neanche necessario arrivare all'esclusione dalle liste in caso di scarsa fedeltà, basta
retrocederli di alcuni posti nella futura lista elettorale e non
saranno più rieletti: è il trionfo della partitocrazia.
A parte il macroscopico scippo ai danni
degli elettori, questa legge ha anche altri difetti, in particolare i
meccanismi di attribuzione dei premi di maggioranza che sono diversi
tra camera e senato e che possono rendere difficile la formazione di
una maggioranza di governo, favorendone così l'instabilità.
Il suo principale estensore, il
disonorevole Calderoli, l'ha definita una “porcata” in
un'intervista data a Enrico Mentana. Grazie a Berlusfan, che l'ha
messo su YouTube, possiamo vedere il momento in cui esprime
l'ineffabile giudizio sulle sue capacità di legislatore:
Questo è un trafiletto della Stampa di
Torino che dà conto dell'episodio: CALDEROLIA «MATRIX» «La mia legge elettorale e' unaporcata».
Quello
che Calderoli non dice in quell'intervista, e che invece sottolineano
i commentatori, per esempio Giannini,
è che la legge fu fatta soprattutto per mettere in difficoltà il
futuro governo di centrosinistra che si immaginava ci sarebbe stato
(e che infatti ci fu), a causa del vistoso calo di consensi che il governo
Berlusconi in carica aveva all'epoca. Per questi motivi questa legge è
universalmente chiamata “Porcellum”.
I
referendum abrogativi riporterebbero la situazione al momento
precedente l'introduzione del Porcellum,
cioè alla legge Mattarella, che era stata in vigore nelle precedenti
elezioni politiche, dal 1994 al 2001. Non fu una legge esente da
difetti, tant'è vero che aveva anch'essa un nomignolo,
“Mattarellum”, perché introduceva una quota proporzionale che
venne vista all'epoca come un tradimento delle speranze di chi voleva
diminuire il potere della DC, partito di Mattarella, che prosperava
all'interno del sistema proporzionale.
In
ogni caso la legge precedente è sicuramente meglio di quella attuale
e non è escluso che, sotto la spinta dei referendum, il parlamento
ne possa scrivere una migliore (sono un inguaribile ottimista!).
Se
volete diminuire il potere della partitocrazia, andate a firmare, per favore.
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