martedì 12 aprile 2016

A proposito del Referendum del 17 aprile

Tanti anni fa, politicamente nell'era geologica scorsa, cioè nel 1974, ci fu un Referendum che tutti quelli che a quel tempo c'erano sicuramente ricordano. Io me lo ricordo: era il Referendum abrogativo della legge sul divorzio (legge Fortuna-Baslini 1º dicembre 1970, n. 898 - Disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio).
Nello stesso anno il Parlamento approvò anche la legge istitutiva del referendum abrogativo, cioè la Legge 25 maggio 1970, n. 352. Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo.
Quindi si può dire che quello sul divorzio fu il primo referendum abrogativo che venne svolto in Italia: la madre (o il padre) di tutti i referendum.
In quei tempi ideologici ed ingenui, quando ancora il confronto politico era su idee, concezioni del mondo, ideali, insomma tutte cose con le quali non si mangia, si direbbe ora, mi ricordo che ci fu un accesissimo dibattito tra il fronte del Sì, cioè quei cattolici che volevano abrogare la legge, e il fronte del No, cioè i laici che sostenevano le ragioni del mantenimento della legge. Perché proprio questo avvenne, cioè che quelli che non volevano l'abrogazione della legge, non pensarono di utilizzare la comoda scorciatoia (forse perché Renzi non era ancora nato e quindi, per quanto furbo in potenza, non era ancora tecnicamente in grado di parlare e ancor meno di sequestrare un intero partito), ma fecero una imponente campagna perché i cittadini si recassero alle urne e votassero, quorum o non quorum (se cercate su YouTube “referendum divorzio” potete trovare alcuni esempi di propaganda di ambedue gli schieramenti).

In questo modo chi andò a votare lo fece a ragion veduta, con tutti gli elementi di valutazione del caso e la campagna elettorale ebbe anche l'effetto di fungere da scuola di educazione politica per tutti gli elettori, indipendentemente dallo schieramento di appartenenza. Insomma un grandissimo esempio di senso civico.
Il risultato finale fu un'altissima percentuale di votanti e una schiacciante vittoria del fronte del No:
i votanti furono l'87,72 %,
il Sì raccolse 40,74 % dei suffragi
e il No il 59,26 %
Dimenticavo: la schiacciante vittoria del No non era per niente scontata, anzi semmai, nella cattolicissima e papalina Italia, molti pensavano che il Sì avrebbe sicuramente prevalso, però l'ingenua sinistra degli anni Settanta decise lo stesso di non essere furba, ma onesta e trasparente.
Questo, tanto per fare un paragone conclusivo a suggello del discorso, fu l'appello al voto che fece Enrico Berlinguer, il segretario dell'allora Partito Comunista Italiano, per il no:

Adesso abbiamo Renzi e i suoi furbetti che dicono di non andare a votare: grande esempio di democrazia!

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